Gradis’ciutta alla Trattoria da Burde

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Gradis’ciutta è la piccola collina sulla quale sorge l’omonima azienda. Tanto per rendere l’idea della vocazione di questo territorio alla viticoltura, basti pensare che anticamente la stessa collina si chiamava “Monsvini”, monte dei vini.

La famiglia Princic produce vino dal 1780. Nonno mezzadro e padre primo imprenditore del vino, dal 1997 Robert conduce l’azienda, e nel corso degli anni ha compiuto passi di straordinario coraggio: ha stravolto parte dei vigneti, alla ricerca di una rigorosa corrispondenza tra tipo di terreno e varietà del vitigno; nel 2006 ha stravolto la cantina, per ridurre a quasi zero l’impatto sull’ambiente; e infine, dal 2008, la coltivazione è certificata biologica. Oggi l’azienda conta 40 ettari vitati tra i comuni di San Floriano, Gorizia, Capriva e Dolegna, con una produzione di circa 200.000 bottiglie l’anno. Sull’impasto di marne silicee e argillose, che nel Collio prende il nome di “Ponca”, Gradis’ciutta coltiva varietà autoctone ed internazionali, fra tutte la Ribolla e il Friulano, ma anche Pinot Grigio, Chardonnay, Cabernet Franc e Merlot.

Nel mio immaginario, il produttore friulano è duro e taciturno, insomma un uomo di poche parole. Robert, invece, si dimostra da subito incline alla chiacchiera, risponde alle nostre mille domande, ci racconta la storia della sua azienda con tanti aneddoti. E ci preannuncia che la degustazione prevede tutte purezze, tutte vinificate e maturate solo in acciaio. Praticamente, un atto di fede verso i singoli vitigni.

Il menu di Burde prevede un antipasto non convenzionale di fegatello servito su…. una fetta biscottata! L’immancabile – vivaddio – tagliere di prosciutto e i pici al ragu bianco. Piatti ideali in abbinamento a quei sorsi taglienti, rigorosi, nitidi, dei vini del Collio.

Ribolla Gialla 2020 12,5% – solo acciaio

Giallo paglierino tenue, libera profumi di biancospino e tarassaco, erbe aromatiche e mela renetta. In bocca ritornano la salvia e un agrume più tenue, il kumquat, con un accenno delicato di pepe bianco. Il finale fresco e sapido mi ricorda lo spicchio di arancia bionda. Questa Ribolla affronta con disinvoltura la fetta biscottata intrisa di riduzione del fegatello di Burde. E vince.

Pinot Grigio 2020 13,5% – solo acciaio

Le note fruttate di pera e susina gialla si alternano allo zest di limone e fiori d’acacia. Il tocco di cipria è leggerissimo, e la chiusura saporita ha rimandi di conchiglia. Sarei curiosa di degustarlo con gli gnocchi di susine della mamma di Robert.

Malvasia 2020 14% – solo acciaio

E’ seducente. I ricordi balsamici di melissa e mentuccia precedono con discrezione il gelsomino e la pesca saturnia. In bocca sento anche cedro e bergamotto, ananas e melone bianco. Spalla fresco-sapida che ben gestisce la chiosa di erbe aromatiche e salsedine. Con il goulash, tutta la vita.

Friulano 2020 13,5% – solo acciaio

Paglierino luminoso. Al naso avverto erba tagliata e pietra, forse gesso e una celata nota fumé. Un sorso fresco e sapido, deciso e netto, in cui emergono la pera abate e la zagara, con un’elegante impronta di mandorla fresca. Finale durevole. Ottimo l’abbinamento con i pici al ragu di Burde.

La Malvasia è straordinaria. Da beva compulsiva.

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