Un vino orange, anzi arancio velato come dice il nome, in pieno stile georgiano, ottenuto da uve Chenin blanc macerate con le bucce per 12 mesi in anfore di terracotta da 800 litri, da ciascuna delle quali alla fine escono un migliaio di bottiglie, che presto diventano introvabili. La vinificazione avviene in modo del tutto naturale, senza particolari accorgimenti enologici. In seguito il vino matura variabilmente in botti e in tini di cemento.
Lo stile è georgiano, ma il luogo in cui nasce questo vino è assai distante da Imereti e Kakheti. Ci troviamo infatti nel sud-ovest della Francia, Dipartimento del Lot, nel villaggio di Trespoux-Rassiels presso la città di Cahors. Un territorio la cui base ampelografica non è costituita dallo Chenin blanc, ma dal Malbec, che qui chiamano anche Cot.
Mas del Pèriè è l’azienda che Fabien Jouves, poco più che ventenne, rilevò dai genitori nel 2009, con circa 12 ettari di vigneto di cui col tempo ha imparato a riconoscere e intepretare ogni sussurro, iniziando proprio dal Malbec e convertendo gradualmente la viticoltura in Biologica e poi Biodinamica.
Il colore è molto vivace e ricorda la spremuta di arancio tarocco giallo, anche nella limpidezza… D’altronde, oltre alla prolungata macerazione con le bucce, la contro etichetta indica chiaramente che il vino non è stato chiarificato, né filtrato.
Lo definiremo abbastanza limpido.
L’olfatto è intenso e variegato. Emergono subito sentori maturi di pesca nettarina e susina gialla, scorza d’arancia, pera al forno, mandarino confit e mela cotogna. Leggero ma elegante il floreale di acetosella e ginestra in via di appassimento, che si allunga su note di nocciola fresca, origano e menta essiccata, per chiudere su ricordi di ruggine e sottili sbuffi eterei di acetone.
In bocca è pieno di freschezza, e genera un vivido impatto agrumato in cui si crea anche una sottile punta di astringenza, ben presto dilavata dalla ricca salivazione indotta. Il gusto è pieno ed elegante, e protrae a lungo i flashback fruttati, anche dopo il raffinato finale di sale rosa, per una persistenza aromatica quasi inaspettata in cui ricorrono sensazioni saporite di pompelmo e garrigue.