Cloudy Bay 2019, il Sauvignon Blanc della Nuova Zelanda
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I grandi Sauvignon Blanc si producono solo nella Valle della Loira?

E’ necessario – e indispensabile – quel clima, quel suolo, quel terroir?

Fino a poco tempo fa sembrava di sì.

L’erbaceo non amaro, la persistenza, la mineralità di pietra focaia e polvere da sparo, la struttura data dalla peculiarità del suolo, ricco di silicati e di kimmeridge – un’argilla marina fossile risalente al giurassico, di cui la Loira è ricca, soprattutto nella sua porzione orientale – sono i segni distintivi dei grandi Sauvignon Blanc francesi, dotati di una potenza espressiva irripetibile, nonché di grande longevità.

 

Tutto questo sembrava esclusivo appannaggio di Sancerre e Pouilly-Fumé fino a quando, intorno agli anni ‘80, la Nuova Zelanda – ed in particolare l’Isola Sud – ha scoperto le potenzialità che il Sauvignon Blanc può offrire alle latitudini australi, grazie alle  escursioni termiche, al  suolo ricco di ciottoli e di arenaria scura (la greywacke). E alla nebbia. Infatti, la Nuova Zelanda è la prima barriera  per i venti che arrivano dall’Antartide, davanti alle sue coste le correnti polari si condensano e nelle notti estive formano una coltre di nebbia impalpabile.

 

E per il vitigno, la nebbia è il bacio degli angeli: conferma l’acidità della polpa degli acini e preserva gli aromi della buccia.

Così, in epoca relativamente recente, la Nuova Zelanda ha realizzato di essere, a buon titolo, la nuova frontiera dei Sauvignon Blanc d’eccellenza.

 

Nella mineralità, la pietra focaia cede il passo alla conchiglia. L’erbaceo diventa più pungente rispetto ai cugini francesi, eppure non è verde amaro di bosso e foglia di pomodoro.          L’acidità fruttata si tende, si fa solida, diviene croccante e viene preservata, grazie ad un  impiego  minimale del legno,  sia per la fermentazione che per la maturazione.

Di tutto questo racconta il Cloudy Bay, un vino scolpito, gustoso e incredibilmente ammaliante.

L’azienda, omonima al vino, fu fondata nel 1985 da David Hohnen, ed è attualmente un brand di LVMH. Si trova nella Wairau Valley, pochi chilometri a nord-ovest di Blenheim, il capoluogo della regione di Marlborough, la più emblematica per il Sauvignon Blanc della terra dei kiwi, situata nella porzione settentrionale dell’Isola Sud. Hohnen scelse il nome Cloudy Bay ispirandosi al Capitano Cook, che definì così le insenature di questa zona quando vi giunse nel 1770. Sulle pendici di quelle insenature oggi regnano, ordinati e sovrani, i vigneti di Sauvignon Blanc.

 

 

Paglierino dalla lucentezza lunare, una consistenza delicata, un movimento agile nel bevante.

Al naso è subito protagonista il pompelmo, fragrante e quasi prepotente, che anticipa una combinazione salmastra di lemongrass, passion fruit, guava e uva spina, da cui si fa strada un erbaceo pungente, ma non amaro, di peperone giallo e foglia del tè. Arrivano poi impronte eleganti di pepe bianco, elicriso e poche note dolci di gelsomino, che sfumano su un tappeto fitto di conchiglie.

In bocca si espande la freschezza croccante dell’agrume e della frutta esotica, che si amalgama con l’alcol e lusinga il gusto. Il sorso conferma la fluidità scorrevole, che appaga il palato tratteggiando un finale ostinato di salsedine e cedro.

 

Abbinamento: Onigiri.

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